VIA CRUCIS

L’ha disegnata nel 2000, pubblicata nel 2001 e realizzata per la parrocchia in cui è nato, ad Adro, nella Franciacorta tanto amata.
Sono quindici mosaici, una Via Crucis fatta esclusivamente di luce, realizzati con smalti a base di pasta di vetro, un materiale che interpreta perfettamente il disegno di Costantino Ruggeri. L’artista ha voluto che fossero dotati della medesima luce, dai colori puri e trasparenti, delle sue vetrate di vetro soffiato e piombo.

Giuseppe Marchetti

VETRATE

Hai mai osservato il cielo all’aurora?
Si fa infinito […] e in quel momento di luce e di mistero la vetrata lo “rapisce” e lo introduce naturalmente nel tempio, come una dimensione totale, divina oltre che umana.
Non ti dico che cosa succede quando il disco del sole appare radioso e beato all’orizzonte.
Dai finestroni si spalanca il cielo e irrompe in un fiume scintillante che ruscella sul pavimento, mentre le ombre fuggono negli angoli e non le vedi più.
Di notte è la luna a condurre la danza.

P. Costantino Ruggeri

TRASPARENTI

Quest’uomo sa cogliere, quadrati già dipinti dalla luce, colorati da ragni pazienti, bruniti dal vento, incrinati dal tempo e non da incuria, legati da legature e stucchi, segni di memoria in vetri accesi, polvere aerea in profumo di brace.
Con minimi interventi […] ecco quadrati magici all’infinito componibili, testimonianza salva di respiri, di quiete, vaste stanze senza alcun grido.

Sergio Dangelo

SCULTURE

Spirito e materia, nella poetica di P. Costantino appaiono quasi inscindibili: l’uno trae valore dall’altra, l’altra dall’uno. […]
Spirito e materia, dunque, che sono intervenute a turno “lungo la strada” (ora dandosi la mano – come nel Salmo – ora lottando con angelico contrasto e in alterne vicende) si ritrovano, al termine, placate e congiunte con indissolubili nozze spirituali.
Così che l’opera – nata da un tale travagliato amore – potrà dirsi, di queste nozze spirituali, l’ ”ornamento” più bello…

Luigi Figini

QUADRI

Uno dei primi quadri fu un fraticello bianco azzurro che dorme.
In genere dipingevo prati, paesaggi, animali e scenette del convento, temi semplici e rasserenanti in armonia con il mio carattere e con la mia terra.
Ebbi la possibilità di consultare le monografie degli impressionisti e di altri artisti contemporanei, il mio primo “nutrimento” artistico.

P. Costantino Ruggeri

FORME BIANCHE

Arrivato al suo studio mi aspettavo di vedere le colorate astrazioni che conoscevo, invece vidi molteplici oggetti tutti bianchi. L’amico mi disse allora, molto semplicemente, di aver rinunciato al colore per ottenere, col mezzo minimo, il massimo in poesia.
Disse:“voglio costruire con materie povere come il pane” e questi oggetti poveri come il pane, ma quanto ricchi di argentea magia, si offrono, perle per altri bianchi sogni, per altri istanti di felicità.

Sergio Dangelo

CELLE

Al di là di ogni intendimento estetico, la proposta di queste CELLE – intese come il “cuore antico” del più trasparente e coraggioso “futuro”- ci candida alla riscoperta del primo giardino, l’Eden, al primo mattino del mondo.
Uno spazio mistico più che sacro; non organico, bensì immagine, luce e poesia; provocante ed eccitante alla liberazione delle cose morte […] per destarci nel nitore della bellezza, nel bianco luminoso e ardente.

P. Costantino Ruggeri

ARREDO SACRO

Il problema dell’arredo sacro mi sfida come uomo, come artista, come credente.
Come sul tempio, anche sull’arredo l’intervento estetico creativo è risolutivo, anche dal punto di vista liturgico, solo se salva e sviluppa questa innocenza e usualità, accendendole soltanto di quel “più” che è ora l’ombra, ora la luce di Dio.
E più gli arredi rimangono riconoscibili […] meglio possono esprimere il mistero di fede che li investe e li accoglie.

P. Costantino Ruggeri

CASULE

Si può affermare che la traduzione grafica di modelli e idee per casule e paramenti abbia fornito alla sensibilità, all’indole e alla poetica dell’artista uno strumento elettivo, un campo d’indagine sempre aperto alla libertà sovrana della mente e della mano, alla gioia di tracciare forme e colori.
Analizzando infatti questa copiosa produzione, vediamo emergere, costante, l’inconfondibile cifra stilistica ruggeriana: semplificazione simbolica, nella francescana volontà di tornare alle icone primarie ed essenziali della fede cristiana.

Domenico Montalto

BOZZETTI

Per sua felice scelta, e perché là è il Convento di Canepanova, Costantino Ruggeri disegna, dipinge incolla. […] In trenta anni, artista sperimentale che raramente capita di incontrare, al riparo dalle mode, vaccinato contro la gloria, ha disegnato come solo un eclettico geniale può, coinvolgendo i più eterogenei materiali.
Studi di colore, forme, simboli tramutati molte volte poi in vetro, pannelli dove in coloratissime astrazioni, il sole gioca e riflette, nell’arcobaleno della gioia.

Sergio Dangelo